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Home » Case editrici » SCAVALCARE L’EDITORE ITALIANO NON E’ LA ‘QUADRATURA DEL CERCHIO’ EDITORIALE
venerdì, 24 Apr 2015

SCAVALCARE L’EDITORE ITALIANO NON E’ LA ‘QUADRATURA DEL CERCHIO’ EDITORIALE

Post by on Case editrici 3461 0

Ogni tanto accade che un autore, dopo aver provato a pubblicare senza riuscirci, possa essere tentato di buttarsi sugli editori esteri. Non è però, a mio avviso, una tentazione da seguire, per svariati motivi.

Anzitutto, al pari degli editori nostrani, gli editori esteri sono già oberati di autori nativi e non hanno certo bisogno di aumentare il numero dei manoscritti non richiesti da altri Paesi.

Inoltre, i criteri di selezione sono gli stessi, per cui se un manoscritto non riesce a passare il filtro italiano, difficilmente ci riuscirà semplicemente cambiando Paese.

Tradurre un’opera a proprie spese, oltretutto, è un investimento economico rilevante, se si cerca un lavoro ben fatto. Ma, per quanto la traduzione possa essere ben fatta, questo non dà comunque automatiche garanzie di successo, se il testo non funziona in partenza.

Senza contare che,  anche nella fantascientifica ipotesi che l’autore riuscisse a trovare un editore estero, si troverebbe alle prese con trattative contrattuali che, nella maggioranza dei casi, non saprebbe come sbrigare, sia per  via della barriera linguistica che di quella giuridica.

Qualcuno potrebbe essere tentato di cercare un agente che si occupi di collocarlo all’estero. Tuttavia, per quanto ne so, nessun agente di una certa reputazione accetterà di rappresentare all’estero un’opera che non ha trovato pubblicazione in Italia (e già non è facile trovare un agente serio quando si è alle prime pubblicazioni nella propria lingua).

Di solito, il mercato che tenta maggiormente gli autori Italiani è quello anglofono, probabilmente per il vasto bacino di possibili lettori. Anche questa prospettiva, però, è falsata perché ignora che si tratta del mercato più difficile da conquistare e dimentica che, in realtà, la lingua più diffusa è lo Spagnolo (e la Spagna, assieme alla Francia e la Germania, sono i Paesi più agevoli per un autore Italiano – dopo la pubblicazione in lingua nostrana, chiaramente).

Alla luce di questi nodi il mio consiglio, anziché guardare all’estero anzitempo, è piuttosto quello di capire perché gli editori italiani rifiutino continuamente l’opera: potrebbe essere un problema di editing, di lettera di presentazione, di sinossi o magari di tutte queste cose assieme. Problemi che possono essere ovviati nel primo caso da un buon professionista, nel secondo sempre da un buon professionista oppure leggendo un po’ del molto che è stato scritto in materia e poi provando e riprovando a fare pratica.

Purtroppo la pubblicazione è una via impervia e non esistono scorciatoie nemmeno quando si hanno parecchie pubblicazioni alle spalle (a meno che siano bestseller, è chiaro). Quelle che lo sembrano, o sono impraticabili, come nel caso appena visto, oppure sono degli autogoal, come nel caso delle pubblicazioni a pagamento (e se ancora non sapete perché, leggetevi quest’altro post ;)). Nel migliore dei casi – penso all’autopubblicazione – si tratta di vie altrettanto impervie quanto la pubblicazione tradizionale, perché un brutto testo, anche con l’autopubblicazione, non va da nessuna parte e un buon testo deve avere alle spalle un autore che sappia molto bene come autopromuoversi e che abbia dei buoni contatti con stampa di alta visibilità, per non rischiare annegare nel mare magnum di questo tipo di offerta.

Foto: Sasin Tipchai/Pixabay

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