EDITORIA E LEGGE
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mercoledì, 13 Apr 2022
L’EDITORIA A 20 ANNI DALL’INIZIO DEL NUOVO SECOLO
agenzie letterarie, Case editrici, editoria, Uncategorized 1469 0
Se si guarda indietro all’inizio del nuovo secolo, è facile vedere come alcuni cambiamenti strutturale abbiano enormemente impattato sulla trasformazione del settore editoriale. Tali cambiamenti si possono ricondurre a tre grosse macrocategorie:
1. Polarizzazione editoriale
Il primo fattore da considerare è la tendenza degli editori a organizzarsi in grossi poli, che hanno assorbito una pletora di marchi indipendenti nati negli anni ’80 e ’90. L’assorbimento delle piccole realtà da parte dei grossi marchi ha portato così a una minore possibilità di sbocco per ciò che riguarda le submission dei manoscritti.
La polarizzazione ha prodotto inoltre una maggiore burocratizzazione interna, con la conseguenza che le decisioni richiedono tempi più lunghi. In passato, infatti, i singoli editori avevano più autonomia per acquisire le Opere. Oggigiorno, invece, un progetto presentato a una casa editrice deve passare il vaglio della seconda lettura, poi la disamina comitato editoriale e quindi deve sfidare il reparto marketing per il verdetto finale, che misurerà il manoscritto in termini di analisi competitiva e analisi SWOT (punti di forza, di debolezza, minacce, opportunità).
Forse proprio a causa di queste forche caudine viene ora richiesto di porre maggior cura nella presentazione dei manoscritti. Se infatti, all’inizio degli anni 2000, a molti editori bastava un’Opera promettente, sulla quale il lavoro editoriale sarebbe stato effettuato solo dopo l’eventuale acquisizione, oggi non è infrequente che l’onere dell’editing sia rimesso all’agente, se si vuole avere maggiori chance di essere notati. Il che pone sull’agente maggiori investimenti di tempo e danaro rispetto a prima. Non solo: anche aspetti come il marketing e la pubblicità si sono spostati spesso sugli agenti, al fine di ottimizzare il successo dei loro clienti. Tutto ciò ha una ricaduta sugli autori, in quanto l’aumento di lavoro e di costi limita il numero di clienti che un agente può accettare e, dall’altro, rende più difficile e competitivo il settore delle agenzie, restringendo, in entrambi i casi, i guadagni di queste ultime. A ciò va anche aggiunta la quota di talenti persi grazie alle possibilità di autopubblicazione, che invece vent’anni fa non esistevano (a meno di fondare una propria casa editrice).
2. Sviluppo tecnologico
Da un lato, la moltiplicazione del numero di persone che ha accesso a un computer ha visto un aumento di coloro che si sono dedicati alla scrittura e che vogliono tentare la via della pubblicazione. Dall’altro, poiché a molti basta un sito web e relativi social per avviare un’attività, il numero degli agenti è più che triplicato rispetto a vent’anni fa (specialmente quelli che trattano libri per bimbi e/o YA) e questo nonostante i minori guadagni odierni.
E se più agenti e più autori inviano materiale da leggere agli editori, vi è un allungamento generalizzato non solo dei tempi di risposta (già allungatisi per i motivi di cui al paragrafo precedente), ma anche quelli di perfezionamento degli accordi contrattuali, con conseguente allungamento dei calendari di pubblicazione effettiva.
L’accresciuto uso delle mail rispetto a 20 anni fa, quando la gran parte delle persone non solo aveva ancora scarsa dimestichezza col mezzo, ma non era neppure connessa, ha comportato inoltre un incremento esponenziale del tempo necessario per rispondere, sia nell’agenda degli editori che in quella degli agenti
In aggiunta, l’avvento dei social media, che ha avuto un boom specialmente nell’ultimo decennio, se nei primi anni ha beneficiato autori, editori e agenti, oramai il numero di utenti è ormai così alto che risulta molto più difficile, per tutte e tre le categorie, emergere e acquisire visibilità.
3. Congiuntura economica sfavorevole ed eccesso di offerta
La congiuntura economica sfavorevole, oltre all’eccesso di offerta sul mercato vista sopra (e accresciuta dal self pub) ha comportato sia una diminuzione dei guadagni di vendita, sia una diminuzione degli importi versati agli autori, oltre che a una dilazione e a una ripartizione degli stessi.
Se all’inizio degli anni 2000 ogni contratto prevedeva pagamenti anticipati, di cui metà alla firma e metà alla consegna del manoscritto, gli editori ora citano “mandati aziendali” secondo cui i pagamenti devono essere strutturati in quattro o cinque rate, di cui alcuni pagabili solo dopo la pubblicazione.
All’inizio degli anni 2000 gli autori appena lanciati potevano aver bisogno di spazio e tempo per crescere, senza attendersi immediatamente, come invece accade ora, il bestseller, specialmente se l’accordo iniziale ha avuto un anticipo elevato.
Il quadro di cui sopra, in effetti, non è incoraggiante, anche perché a tutto questo aumento di offerta non ha corrisposto un aumento della domanda. Durante le restrizioni da Covid il mercato ha sì registrato un leggero aumento di vendite, specialmente degli ebook, ma è stato un fenomeno effimero e comunque non di proporzioni corpose.
Ed è chiaro che il settore sia in una fase di ristagno, in attesa di quell’imprevedibile ‘quid’ che possa portarlo fuori dal pantano. Impossibile però prevedere quale possa essere questo ‘quid’. Forse un nuovo format tecnologico al momento non prevedibile, che peretta di rimettere quantomeno in circolazione classici già amati ma già ampiamente rimasticati in tutte le salse.
Oppure un nuovo fenomeno editoriale come Harry Potter, che possa trainare dietro di sé un intero genere. E che vi auguro sia proprio il libro che state scrivendo in questo momento.