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    EDITORIA E LEGGE è il blog dell'Avv. Marina Lenti, che dal 2012 riporta notizie, tendenze e questioni legali dedicate alla filiera libraria e musicale, spaziando in temi di diritto d'autore, marchi, privacy, diritti d'immagine, information technology law.

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Home » Case editrici » PERCHE’ E’ FONDAMENTALE UNA VALUTAZIONE LEGALE DEL CONTRATTO PRIMA DELLA FIRMA
martedì, 20 Ott 2020

PERCHE’ E’ FONDAMENTALE UNA VALUTAZIONE LEGALE DEL CONTRATTO PRIMA DELLA FIRMA

Post by on Case editrici, diritto d'autore, editoria, Libri 2006 0

Prevenire è meglio che curare. Questo notissimo motto della medicina è applicabile anche alla legge.
Disfare i danni di un cattivo contratto infatti è più costoso sia in termini monetari, che di stress, rispetto a un controllo preventivo del documento che state per firmare. Il controllo è anche utile per capire se state effettivamente firmando un contratto di edizione o qualcos’altro. Ci sono due modi per effettuare questo controllo.


Il più facile è sicuro rivolgersi a un avvocato che abbia dimestichezza con questo tipo di contratti. Dovrete certamente preventivare un esborso, ma questo esborso è probabilmente meno poderoso di quanto pensiate. In ogni caso, potete sempre chiedere all’avvocato un preventivo senza impegno e poi decidere di conseguenza. Se poi il preventivo risulterà sproporzionato per le vostre tasche, potete sempre ripiegare sul secondo metodo che vi indico qui di seguito.




Questo è senz’altro più economico, dal punto di vista monetario. A sfavore gioca il fatto che è molto meno economico in termini di tempo, perché vi richiede di scandagliare la Rete in cerca di informazioni sulle più comuni clausole usate nel settore, e che è anche meno sicuro, perché ovviamente ci si sta muovendo nell’ambito del ‘fai da te’. Tuttavia è assai meglio che gettarsi alla cieca in un contratto che poi si potrebbe rimpiangere amaramente di aver firmato, ritrovandosi la propria Opera blindata per chissà quanti anni, con un editore che non fa quello che ha promesso (per ragioni che possono essere molteplici).



Molti autori sono convinti che le operazioni di controllo delle clausole contrattuali siano inutili, perché ritengono di non avere, in ogni caso, spazio per la contrattazione con l’editore.
Premesso che è sempre meglio tentare comunque di migliorare il proprio contratto, piuttosto che non fare niente e firmarlo così com’è in quanto convinti che l’editore vi dirà di no (ma questa è una vostra idea, di sicuro c’è solo che se non ci provate nemmeno, il contratto non potrà mai migliorare), rimarreste comunque sorpresi nel constatare quanti editori sono disponibili a fare delle concessioni. La trattativa, inoltre, vi fornirà anche dei preziosi elementi psicologici sull’editore con cui state per siglare un sodalizio che potrà occupare anche una larga fetta della vostra vita, visto che un contratto di edizione può arrivare fino a 20 anni, con tutta la gamma intermedia. Senza contare che, se poi vi trovate bene, vorrete affidare al medesimo interlocutore anche altre vostre opere successive e quindi potreste arrivare a estendere il sodalizio finché sarete in grado di reggere una penna in mano.



Diffidate invece dell’editore che non vi vuol far visionare il contratto e vi impone di andarlo a firmare in loco, leggendolo solo una volta che siete lì, poco prima di firmarlo. Non c’è alcun motivo, né in editoria, né in qualsiasi altro ambito, perché la controparte non debba lasciarvi esaminare comodamente il contratto e vi metta questa pressione addosso. A meno che non sia in malafede e voglia utilizzare la fretta per costringervi a firmare qualcosa che, se esaminato con la dovuta calma, attenzione e perizia, potrebbe riservare brutte sorprese.



Ricordatevi sempre che un autore non deve sborsare nulla, per nessun motivo, per nessuna operazione, a nessun titolo. L’unica eccezione è l’eventuale acquisto volontario di copie autore scontate. Quindi niente spese di amministrazione, niente spese di gestione o contabilità, niente contributo alla pubblicazione, niente acquisto di codici isbn, niente pagamento di pubblicità, niente pagamento di distribuzione, niente pagamento per la redazione delle schede per le librerie, niente obbligo di ricomprare la tiratura avanzata una volta scaduto il contratto o risolto lo stesso per qualsiasi motivo. Se quindi vi viene chiesto di pagare anche solo 10 euro, insospettitevi molto. Il mio consiglio spassionato è di fuggire subito, sicuri che non perderete niente (al contrario, ci guadagnerete in salute e risparmio). Se invece non mi credete e volete essere più cauti, iniziate a cercare informazioni su quell’editore e soppesatele attentamente.
Soprattutto, non credete a chi inizierà a suonare le sirene del “così fan tutti”, “così è il mercato”, “così è la prassi”, “Lei è solo un esordiente”, “anche Moravia pagò per pubblicare” e tutte le variazioni possibili sul tema. Sono tutte BALLE patetiche per spillarvi quattrini facendo leva sulla vostra inesperienza.



Da ultimo, Vi ricordo che potete leggere qui i miei 10 consigli per valutare un editore. Se proprio non volete usare nessuno dei due metodi di analisi contrattuale che vi ho descritto sopra, leggete almeno questo. E poi incrociate le dita.

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