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Home » Case editrici » LE CASE EDITRICI – INTERVISTA A CIESSE EDIZIONI
martedì, 28 Lug 2015

LE CASE EDITRICI – INTERVISTA A CIESSE EDIZIONI

Post by on Case editrici 5034 0

LOGOneroQuesta volta, ospite della rubrica sugli editori No EAP è il Dott. Carlo Santi, titolare di Ciesse Edizioni. Ed ecco le sue risposte alle consuete domande…

 

La Vostra storia in breve

Sono autore di thriller e mi piace leggere. Questa passione è diventata un lavoro fin dal 2010, da quando ho creato la CIESSE Edizioni, piccola ma dinamica realtà che tenta di ricavarsi il suo spazio nel mondo editoriale.

 

Com’è il Vs rapporto coi media?

La stampa e la TV che contano per davvero snobbano spesso e volentieri la piccola e media editoria, per cui il nostro rapporto è di scarsa influenza. Invero, se per media ci si riferisce al pubblico, cioè i lettori, rispondo alla domanda relativa che segue.

 

Quali sono le difficoltà operative più frequenti in cui vi imbattete quotidianamente?

La maggior difficoltà è la distribuzione. Non è facile, per un piccolo editore, affrontare una buona distribuzione editoriale, tra l’altro fornendo volumi in conto deposito applicando il 65% di sconto e che non sai se e quando saranno venduti. Inoltre, molti librai puntano su autori famosi e ai libri di sicuro successo e non vogliono occupare scaffali con volumi di autori sconosciuti pubblicati con case editrici medio-piccole. Infine, il conto deposito è un’arma a doppio taglio: se non lo prevedi nessuno ti ordina i libri perché librai e distributori non vogliono rischiare nulla; di contro, se usi questa formula, vedrai il ricavo delle vendite in media non prima di un anno dalla fornitura. Tu, nel frattempo, hai già sostenuto il costo di stampa, spedizione, gestione del magazzino, pagato i collaboratori e le bollette, etc. Questo è il problema maggiore, ma non credo di essere l’unico a soffrirne.

 

E le difficoltà legali?

Sono un ex sindacalista, conosco l’arte del compromesso. Questo aspetto aiuta molto al fine di evitare problemi dal punto di vista legale. L’unica difficoltà legale, caso mai, è agire nei confronti delle molte librerie insolventi, a volte le cifre sono così minime che solo il pensiero dei costi di avvocato e decreto ingiuntivo ne sconsiglia l’uso, per cui consideri persi quei soldi.

 

Le soddisfazioni più grosse ottenute sinora?
Vivere di questo lavoro pur nel bel mezzo di una crisi globale, soprattutto quella riferita all’editoria. Da quasi sei anni a questa parte si riesce ad arrivare alla cosiddetta ‘fine del mese’. Nella situazione attuale, anche queste sono soddisfazioni.

 

Avete in mente un Vostro ideale di editoria?
Sì, quella della pari dignità. Si può essere piccoli e coesistere con i grandi garantendo spazio per tutti. In Italia non è così, il sistema monopolizzante delle Big dell’editoria ti pone ai margini e puoi solo sopravvivere in un ambito ristretto e ghettizzato. Le piccole case editrici, che sono riuscite a crescere a fatica, sovente sono state poi assorbite da qualche Big, non tanto per ampliare il loro successo, bensì per eliminare un pericoloso concorrente che stava per crescere troppo. Oggi le librerie rischiano di chiudere per mancanza di clienti mentre aumentano le vendite online di portali importanti come Amazon, IBS, etc. Anche in quel caso, però, le Big dell’editoria si sono organizzate per farla da padrone: pagano per far inserire i loro titoli nelle prime pagine e sui banner pubblicitari dei vari Store online. I relativi costi, per noi, sono proibitivi. In pratica, è il sistema che non funziona, la ‘Legge Levi’ sul prezzo dei libri doveva risolvere il problema, ma c’è chi se ne frega e, comunque sia, è del tutto insufficiente.

 

Le modalità per sottoporVi un manoscritto
Piuttosto che il manoscritto, noi preferiamo che l’autore ci presenti il suo progetto editoriale. Deve convincerci del perché dovremmo pubblicarlo. Se un autore riesce a incuriosirci, allora si passa alla fase successiva: il manoscritto. L’autore deve prima convincere noi della bontà della sua opera o non sarà in grado di farlo successivamente con i suoi futuri e probabili lettori.
Inoltre, il 90% degli autori non sa nemmeno presentarsi, sovente ti inviano una mail vuota con il solo allegato che si ‘presuppone’ contenga i dati e il manoscritto. Però nessuno apre allegati ricevuti tramite una mail, ancora peggio se risulta anonima, perciò si cancella automaticamente. Questo garantisce un certo filtraggio automatizzato.

 

Con quali criteri scegliete di pubblicare un libro e quali sono i difetti che riscontrate più spesso in un manoscritto?
Bella storia, scritta bene, che trasmetta emozioni e faccia riflettere. In pratica, chi legge il manoscritto, di un aspirante autore CIESSE, è un attento ed esperto lettore, editor e, per quanto riguarda alcuni dei nostri collaboratori, è pure un abile scrittore. Se il manoscritto piace a costoro, che leggono di tutto e di più, allora significa che è un buon inizio e si può prendere in considerazione la sua opera per la pubblicazione. Da qui inizia una seconda fase. Dopo il buon testo ci vuole un altrettanto buon autore, anche se il binomio opera/autore non sempre funziona come dovrebbe e, a volte, si sbaglia.
I maggiori difetti dei manoscritti, a parte quelli scritti in modo riprovevole, che è anche il peggiore di tutti i mali, sono: storia debole, incongruenze gravi, ridondanze, eccessi di specificazione, ripetizioni. Se uno scrive e non ha mai letto un libro in vita sua, si nota subito perché avrà una scrittura infantile e ingenua. In tal caso, anche fosse stato scritto correttamente, il testo farà registrare altri problemi e difetti.
Accettate elaborati da chiunque o solo tramite agenti?
Accettiamo opere proposte da chiunque e, qualche rara volta, anche da agenzie letterarie. Non sempre le agenzie propongono belle opere, soprattutto perché rappresentano autori che hanno pagato il servizio, a volte a scapito della qualità. Serve sempre una selezione, ma se uno paga senza problemi sarebbe da stupidi scartarlo perché ha scritto una schifezza, basterà limare un po’ qua e là per farlo apparire quantomeno presentabile. Ecco, in breve, l’attività della maggior parte degli agenti letterari italiani. Ci sono le rarità, con cui collaboriamo volentieri, ma tutto il resto è solo un comprensibile ma non condivisibile business.

 

Due consigli agli scrittori: cosa fare e cosa non fare assolutamente quando si rivolgono a voi…
Scrivere bene e belle storie. Di contro, non inviare mai il manoscritto consigliandoci di pubblicarlo asserendo che sarà un successo planetario. In questo modo l’autore non assicurerà alcun risultato se non quello di farsi inserire nella categoria ‘spam’. Se avesse ragione, allora avremmo perso un’occasione, però sbagliare ci rende umani.

 

Promozione e marketing: la vostra ricetta
La promozione la fa l’autore. Molti autori sono convinti che sia l’editore a vendere, ma questa è una leggenda illusoria di tutti gli autori inesperti. Nel nostro caso ci sono libri che vendono migliaia di copie mentre altri nemmeno una, eppure l’editore è sempre lo stesso. La Mondadori ha 12mila autori, c’è chi vende copie a milioni (al massimo saranno 4/5), chi centinaia di migliaia (una ventina) e chi qualche migliaia, ma la maggior parte non arriva alle mille copie nemmeno con una simile Big. Per un piccolo editore, che pubblica un autore sconosciuto, vendere mille copie è già un successo, ma per riuscire a farlo serve un autore d’assalto, uno che sappia darsi da fare a promuovere quello che, tra l’altro, è la SUA opera. A noi il compito di non fargli mancare il sostegno organizzativo ed economico per fornire le centinaia di volumi in conto vendita, che poi incasseremo a un anno di distanza accollandoci il rischio d’impresa.

 

Sotto quest’ultimo profilo, i Vs autori sono attivi o potrebbero fare meglio?
Come precisato sopra, l’autore fa la differenza. Non serve essere un autore famoso per vendere, è necessario che si muova, esca di casa e vada a dire al mondo che ha scritto un bel libro. Se piacerà ai lettori, costoro lo promuoveranno a loro volta con il famoso ‘passa parola’, la migliore delle promozioni. Abbiamo libri che non hanno venduto neppure una copia, ciò significa che quegli autori non sono riusciti a convincere nemmeno mamma e papà a comprarlo. Il titolo viene distribuito comunque, ma resta sempre un libro ‘orfano’ perché il suo ‘creatore’ non se ne cura e non lo fa crescere. È dura per l’editore impegnarsi in ulteriori rischi, oltre a quello già affrontato anche solo per stampare 3/400 copie di un volume che, tra l’altro, rimarrà a marcire in magazzino. Per cui l’editore seguirà sempre quell’autore che si impegna sul serio e che farà del suo meglio mentre dovrà limitare il danno per coloro che si dimenticano della loro opera.

 

C’è un’interazione diretta fra la Vs casa editrice e i Vs lettori?
Siamo presenti in rete, sia attraverso i Social Network, sia con il nostro sito di e-commerce. Gestiamo persino un Blog dove pubblichiamo articoli di interesse letterario, recensioni e interviste riferite ai nostri titoli e autori. Per quanto mi riguarda, cerco sempre di partecipare personalmente, almeno alla prima presentazione del libro da parte dell’autore. Oltre a sostenere l’autore e il libro, presento la casa editrice e la realtà dell’editoria dal mio punto di vista. In quelle occasioni cerco di convincere i lettori a leggere di più e meglio e di incentivare alla lettura i ragazzi. Naturalmente, avendo autori provenienti da tutta Italia, posso permettermi la presenza in un ambito territoriale ristretto, ma dove posso la mia presenza non manca mai.

 

(Si ringrazia l’editor Pia Barletta per la gentile collaborazione)

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