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Home » diritto d'autore » QUANDO LA SEGALE FA ‘ACCHIAPPANZA’…
venerdì, 29 Nov 2013

QUANDO LA SEGALE FA ‘ACCHIAPPANZA’…

Post by on diritto d'autore, Libri 2558 0

200px-Rye_catcherE’ notizia di ieri che tre racconti inediti di J.D. Salinger, assurto a fama mondiale grazie al suo The catcher in the rye (tradotto da noi come  Il Giovane Holden), siano stati indebitamente diffusi in Rete.

 

Ma questo post non intende ripetere quanto si legge su tutti i quotidiani odierni. La notizia è solo lo spunto per parlare un po’ della paranoia da riflettori di questo scrittore, perché le paranoie degli scrittori finiscono sempre, inevitabilmente, in tribunale.

 

Sono almeno due le cause da lui promosse di cui ho notizie estese (ma non sono certo le uniche che Salinger intraprese). E se la prima è totalmente giustificata, la seconda mi è sempre parsa frutto del tipico atteggiamento di chi si prende troppo sul serio. A questo proposito, va ricordato che questo scrittore non concesse mai l’adattamento di alcuno dei suoi lavori e se, da una parte, questo mi fa tirare personalmente un respiro di sollievo perché nella mia vita non dovrò mai sorbettarmi, neanche per sbaglio, un film tratto dal Giovane Holden, dall’altra vi leggo la paranoia che la propria opera sia ‘sporcata’ da mano altrui. Una paranoia che non è suo esclusivo appannaggio, per carità, ma il fatto che sia condivisa da altri scrittori non ne muta certo la natura.

 

Come del resto non è mai mutato il proposito di Salinger, nonostante si siano fatti avanti perfino registi del calibro di Steven Spielberg. Un’eloquente dichiarazione dello scrittore in tal senso è rappresentata da quella rilasciata all stampa nel 1980:

 

“Non c’è altro su Holden Caulfield. Rileggete il libro. Sta tutto lì. Holden Caulfield è un momento congelato nel tempo”.

 

Tradotto in soldoni: sciò, annatevene, non c’è spazio per altre visioni all’infuori della mia, a prescindere dal mezzo espressivo che la veicolerebbe.

Ma veniamo ai dettagli…

 

La prima causa cui ho fatto sopra riferimento fu intentata da Salinger nel giugno 2009 nei confronti di un autore che, sotto lo pseudonimo di J.D. California (per esteso, John David California), scrisse un seguito non autorizzato del Giovane Holden intitolato 60 years later: coming through the rye. Al tempo, da quanto si legge dagli atti, la vera identità di tale autore (rivelatasi poi quella di un editore svedese di nome Fredrik Colting), era ignota anche a Salinger. Sul sito dell’editore americano del sequel, la Windupbird Publishing Ltd, si poteva leggere una biografia, la stessa riportata oggi da Amazon, secondo cui California sarebbe nato da madre svedese e padre americano. Probabilmente l’unica cosa vera contenuta in quel fantasioso profilo, che altrimenti spazia fra circhi itineranti e copie del Giovane Holden abbandonate in capanne cambogiane.

 

Ovviamente al lettore non può sfuggire la prima ‘furbata’ allusiva: balza subito all’occhio come le iniziali dello pseudonimo siano uguali alle vere iniziali di Salinger (nato Jerome David, quindi persino il secondo nome di battesimo di California è allusivo). Il protagonista del sequel viene chiamato Mr. C, ma è intuitivo che ciò non basta a porre al riparo da violazioni del diritto d’autore quando non solo si desume, dal contesto della storia, che il personaggio è Holden Cauldfield, ma anche quando quella faina dell’autore se ne va in giro a confermare al Guardian – in un’intervista del 14 maggio 2009 – che

 

“E’ ancora Holden Cauldfield, ma ha una visione particolare sulle cose”.

 

O quando, sulla quarta di copertina, l’editore scrive espressamente che si tratta del

 

“seguito di uno dei nostri classici più amati”

 

oppure, ancora, che il protagonista

 

“sessant’anni dopo il suo debutto come il grandioso antieroe americano, viene strattonato di nuovo dentro le pagine senza alcun maledetto indizio sul perché”.

 

Ma non si tratta di malafede, bensì di autentica naiveté. L’atto di citazione riporta infatti come, nelle interviste, California abbia dichiarato che il suo protagonista

 

“non è chiamato Holden Cauldfield, è chiamato Mr.C, perciò non c’è davvero alcun riferimento in questo senso che possano usare dal punto di vista legale”. (!)

 

Al di là di queste pubbliche ammissioni di colpa, dicevo che la violazione si desumerebbe anche dal contesto del romanzo: stando ai documenti di causa, Mr.C ha infatti ricordi di episodi tratti dal Giovane Holden, fa riferimento ad altri personaggi di quel romanzo (la sorella Phoebe, altri due fratelli, l’amico Stradlater e l’insegnante di storia Mr. Spencer), ha lo stesso intercalare, carattere e tratti somatici di Cauldfield (60 anni in più e non sentirli, rimanendo esattamente gli stessi deficienti che si era a 16 anni, wow!) e fa spesso le stesse cose che gli abbiamo visto fare nel Giovane Holden. Addirittura, secondo parte attrice, California inserisce nel suo libro intere frasi da quello di Salinger, a volte di peso, a volte semplicemente parafrasando, spacciandole come proprie.

 

A questo punto, oltre all’evidente violazione di copyright, è chiarissimo l’intento di agganciare il libro alla popolarità di quello precedente e sfruttarne il traino confondendo il lettore in merito alla sua effettiva provenienza. In poche parole, il lettore che non fosse un avido fan superinformato, percepirebbe il libro come credibile seguito del Giovane Holden, scritto dal medesimo autore. E’ lo stesso meccanismo di ‘acchiappanza’ che abbiamo visto all’opera, benché in altra forma, nella causa relativa al logo dei Rolling Stones.

 

In primo grado il giudice sentenziò il blocco della pubblicazione, ma Colting-California appellò e la vertenza venne transatta nel 2011, l’anno dopo la morte di Salinger. Le parti hanno pertanto concordato che il sequel non uscirà in USA e Canada, in alcun formato, fino a quando Il Giovane Holden non cadrà nel pubblico dominio e anche allora Colting (sempre che viva così a lungo) non potrà fare riferimenti o dediche a Salinger o al suo romanzo. In cambio, Colting ha ottenuto di poter pubblicare il sequel, senza tema di interferenze, in tutto il resto del mondo.

 

Della seconda causa, quella propriamente paranoica, parlerò invece in un prossimo post.

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