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Home » Case editrici » SCEGLIERE L’EDITORE: 10 CONSIGLI AGLI AUTORI
lunedì, 09 Giu 2014

SCEGLIERE L’EDITORE: 10 CONSIGLI AGLI AUTORI

Post by on Case editrici, editoria 6492 1

10Il sogno di tutti gli autori, e specialmente di quelli che si affacciano per la prima volta al mondo editoriale, è di pubblicare per un colosso.

Questo accade raramente agli esordi, ma personalmente sono del parere che non sia questa immensa perdita, perché comunque non sempre il grosso editore dà la visibilità sperata a chi non è già un nome noto.

Meglio allora puntare su un piccolo, purché serio. Ma come si fa a orientarsi nella selva di piccoli editori esistente?

 

Quelli che seguono sono i miei consigli in merito… Tenete tuttavia presente che la valutazione finale sarà una media di questi parametri, visto che difficilmente un editore sarà in grado di soddisfarli tutti completamente.

 

  1. SCARTARE GLI EDITORI A PAGAMENTO E A DOPPIO BINARIO

I motivi li ho già riassunti in quest’altro post, cui vi rimando, mentre in Rete trovate parecchi siti che elencano le case per tipologia e che vi aiuteranno in una prima scrematura. Unica avvertenza è di fare  attenzione è valutare ‘cum grano salis’ gli elenchi del doppio binario:  a volte sono indicate come tali case editrici che, pur non offrendo mai contratti a pagamento – in nessuna circostanza- selezionano i manoscritti per concorso, a fronte della cui partecipazione è richiesta una tassa di iscrizione. Personalmente non ritengo quest’ultima un contributo mascherato e  del resto anche alcune major, per accedere a determinati generi, selezionano solo per concorso, quindi questo parametro non è indice di poca serietà, né tantomeno di politica a doppio binario. Piuttosto, fate attenzione che il contratto non contempli l’acquisto obbligatorio di copie prima dell’invio al macero. Quella sì che è una forma di pagamento mascherata!

 

  1. VERIFICARE LA DISTRIBUZIONE

Un piccolo editore con una distribuzione nazionale è sicuramente meglio di un distributore con una distribuzione locale, che è a sua volta meglio di un editore che distribuisce in proprio.

 

Di nuovo, non è un indice di poca serietà, è semplicemente un indice che misura la facilità della reperibilità del vostro titolo. E’ ovvio infatti che un distributore nazionale raggiungerà tutte le maggiori librerie, mentre un editore che distribuisce in proprio raggiungerà solo alcune librerie sul territorio nazionale, di solito quelle più vicine al luogo dove ha sede.

 

Di nuovo, la mancanza di una distributore nazionale o locale è comunque cosa diversa dalla serietà di un editore. Un distributore, infatti, costa un sacco di soldi la cui spesa pochi piccoli editori possono affrontare, tenuto anche conto che per  la maggioranza di essi l’attività editoriale non è sufficiente a sbarcare il lunario ed è costretta quindi a un secondo lavoro per pagare le bollette.

 

Fra l’altro la valutazione del tipo di distribuzione sarà anche in grado di fornirvi, indirettamente, un’altra informazione: quella sulla tiratura che quell’editore vi potrà offrire.

 

  1. VERIFICARE IN ANTICIPO, SE POSSIBILE, I TERMINI CONTRATTUALI

Alcuni piccoli editori mettono online il proprio contratto direttamente sul sito di riferimento.

Ma anche per quanto riguarda quelli che non lo fanno, spulciando i forum per scrittori non è difficile trovare informazioni su questa o quella casa editrice. Senza contare che, grazie a Internet, è sempre possibile scrivere a uno degli autori pubblicati per l’editore X e provare a chiedergli qualche informazione in merito.

 

Ricordate inoltre che, anche di fronte ad alcune clausole poco favorevoli, si ha comunque più potere contrattuale di quanto si possa pensare e che vale sempre la pena di fare almeno un tentativo per modificarle.

 

Se poi le cose dovessero comunque precipitare, è importante sapere almeno questo.

 

  1. VERIFICARE LA PRESENZA NELLE FIERE DI SETTORE

Come ho spiegato al punto 2, la maggior parte dei piccoli editori fa anche un secondo lavoro. Questo non significa che l’attività libraria sia relegata nell’angolino degli hobby della domenica, anzi: la maggior parte si ammazza ‘semplicemente’ di doppio lavoro.

 

La presenza alle fiere di settore è un buon indice per capire quanto sia attiva la casa che avete individuato. Anche qui c’è, come nel caso della distribuzione, un ‘caveat’ di natura economica: presenziare alle fiere ha un costo non indifferente e può benissimo capitare che un editore bravo e volonteroso non possa comunque affrontare tale spesa. Ciò è tanto più vero quanto più giovane è la casa editrice. Col tempo, l’editore lungimirante cercherà infatti di mettere adoperarsi il più possibile per mettere da parte un gruzzolo da investire in questo senso, fosse anche per una sola fiera.

 

Dovendo scegliere quali fiere prediligere, e quindi su quali puntare la vostra attenzione, voterei anzitutto per quelle dedicate alle vendite internazionali: Bologna se scrivete opere per ragazzi e Francoforte o Londra per gli altri generi. In seconda battuta voterei per le fiere nazionali di Torino o Roma.

 

In mancanza, agli inizi, va benissimo constatare che il piccolo editore cerca di presenziare almeno alle piccole fiere locali nelle zone limitrofe alla sua sede. Vi farà capire che comunque sta cercando di darsi da fare per farsi conoscere anche nel ‘mondo reale’…

 

  1. VERIFICARE SE LA CASA EDITRICE CONTEMPLA SUL PROPRIO SITO UNA SEZIONE DEDICATA AI DIRITTI ESTERI

E’ ovvio che un piccolo editore che si adopera per piazzare il vostro titolo presso i colleghi esteri vi fornisce un valore aggiunto rispetto a chi non è in grado di raggiungerli. Anche qui, non è facile costruire una rete di contatti internazionali e l’editore che ha appena iniziato certamente non contemplerà ancora questa possibilità, che richiede tempo e, soprattutto, la creazione di partnership attraverso le costose fiere di cui al punto precedente.

 

  1. VERIFICARE L’ESISTENZA DI UN SISTEMA DI ECOMMERCE

E’ il solito ritornello: anche questa attività richiede all’editore oneri burocratici ed economici, a maggior ragione in un Paese come il nostro dove governanti stolidi, di ogni colore, ce la mettono tutta per segare le gambe alla creatività e all’impresa, soffocandola di carte da compilare, tasse da pagare e contabilità aggiuntive da tenere. Ma per un piccolo editore si tratta di un investimento fondamentale e imprescindibile, perché la vendita diretta dei libri attraverso il proprio sito sarà la prima fonte di distribuzione. Un piccolo non può, infatti vivere della rendita del nome, come fanno parecchie storiche case editrici che, ancora oggi, sono (scioccamente, a mio avviso) prive di questa possibilità di acquisto.

 

Questo è forse l’unico parametro che, assieme a quello di cui al punto 1), mi sento di proclamare irrinunciabile. Per cui, se l’editore che avete nel mirino non fa vendita diretta, preferitegli senz’altro un altro che la faccia.

 

  1. VERIFICARE LA PRESENZA IN RETE

Sotto questo punto non intendo solo il sito, che comunque è già un buon biglietto da visita per capire quanta competenza promozionale abbia l’editore sotto esame. Intendo anche la presenza sui social network. Anzitutto quelli dedicati ai libri: in questo caso due nomi su tutti sono Anobii, che conta la presenza di lettori italiani più massiccia del web, e Goodreads, fino a qualche anno fa prevalentemente frequentato da lettori di lingua Inglese, ma che oggi conta ormai una buona fetta di Italiani. E poi sui social generalisti. Anche qui, due nomi su tutti: Facebook e Twitter.

 

Oltre alla presenza, osservate anche il modo di comunicare con pubblico e la tempestività nel riscontrarlo.

 

  1. VERIFICARE LE TESTIMONIANZE ONLINE DEGLI AUTORI GIA’ EDITI

Qui ‘è poco da spiegare: semplicemente, grazie a ‘zio Google‘, non è difficile trovare materiale di questo tipo, che potrà aiutarvi nella scrematura e, soprattutto, nella schermatura da brutte sorprese.

 

  1. VERIFICARE SE LA CASA EDITRICE ORGANIZZA LABORATORI O SEMINARI A TEMA

Si tratta di eventi che potrebbero offrirvi ulteriori finestre di visibilità accanto alle tradizionali presentazioni librarie. Un altro importante valore aggiunto.

 

  1. 10 VERIFICARE COME SI RAPPORTA CON VOI

Sappiamo tutti che, una volta inviato il manoscritto, non è buona norma tempestare l’editore di richieste di riscontro, a maggior ragione quando questo si è premurato di indicare sul sito i tempi di valutazione e, magari, anche la previsione per cui se non si ricevono notizie entro tot, significa automaticamente che il lavoro è stato rifiutato. Tuttavia è possibile che, prima di procedere all’invio, abbiate alcuni dubbi di natura pratica e in quel caso è buona cosa chiedere delucidazioni all’editore, visto che, evidentemente, non è stato sufficientemente chiaro nelle spiegazioni fornite sul proprio sito in merito alla sottoposizione delle opere. Fare attenzione, dunque, se  riscontra le vostre mail  o telefonate. E, se lo fa, fate attenzione anche a come lo fa. Anche questo, in caso di esperienza negativa, può essere un campanello di allarme. Come si rapporta oggi a un potenziale autore, potrebbe essere infatti indicativo di come ci si rapporterà un domani, qualora quell’autore venisse preso ‘in scuderia’.

 

 

 

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