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Home » Uncategorized » LA MIA BOOKCITY 2018
lunedì, 19 Nov 2018

LA MIA BOOKCITY 2018

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Come ogni anno, Bookcity ha offerto un programma ricchissimo di incontri estremamente interessanti e l’unico rimpianto è di non poter essere ubiqui durante i 4 giorni in cui ha luogo, visto che per la sottoscritta rappresenta l’equivalente editoriale del Natale :D.

 

La mia (sofferta) scelta sul programma, tenendo conto di altri impegni concomitanti, mi ha consentito di  assistere ai seguenti incontri, di cui vi riassumo in questa sede le idee e tendenze emerse, ma su cui tornerò con successivi appositi post di approfondimento:

 

 

Engaging the reader

Una mattinata densa di interventi, a cominciare da quello di Elena Pasioli, exhibition manager della Fiera per Ragazzi di Bologna, che ha parlato dell’evoluzione di questa manifestazione e ha evidenziato i trend internazionali del libro per ragazzi. In particolare, è stata affrontata una problematica ci già pensavo di dedicare un post da tempo, perché secondo me è legata principalmente alla preparazione di ci valuta i testi e quindi rimando a quella sede gli approfondimenti.

 

Marco Ragaini, di Storytel Italia, ha parlato poi del mercato egli autolibri, un format che sinora, in Italia non aveva avuto fortuna probabilmente per colpa degli alti costi di realizzazione e dei conseguenti alti costi di vendita. Passando invece all’attuale formula in streaming, che permette di eliminare almeno i costi dei materiali relativi al supporto fisico, il mercato si sta finalmente aprendo anche nel nostro Paese. Del resto, questa affermazione è facilmente verificabile se penso al successo della concorrente Audible, balzata alle cronache specialmente per essersi conquistata i diritti su Harry Potter, letto da Francesco Pannofino, quando invece il format classico dell’audiolibro in cd si era arrestato con Harry Potter e la Camera dei Segreti. Evidentemente Salani aveva interrotto la produzione perché il ritorno non era stato quello sperato (a differenza di quanto accaduto nel mercato UK e USA, dove invece erano stati realizzati tutti e sette i volumi).

 

Molto interessante, infine, l’intervento di Lavinia Manfrotto, una dei titolari della libreria Palazzo Roberti di Bassano del Grappa (VC). Torneò anche su questo in un post apposito, poiché l’attività di questa libreria si coniuga perfettamente con un discorso svolto qualche anno fa su Linkedin a proposito della crisi delle librerie indipendenti.

 

Ulteriori apporti, a chiusura, sono stati forniti da Paola Di Giampaolo, attuale coordinatrice del Master in Editoria della Cattolica, e Federica Ceretti, che si occupa di strategie dei media tradizionali e digitali.

 

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Creatività digitale: un binomio virtuoso per governare, in campo educativo, gli snodi del presente ed affrontare le sfide del futuro

In questa sede sono stati passati in rassegna, con filmati e diapositive, i contenuti del volume Creatività Digitale. Come liberare il potenziale delle nuove tecnologie, scritto da Giulio Lughi e Alessandra Russo Suppini volume che ho acquistato e di cui, non appena letto, mi riservo quindi di parlare in un futuro post, in relazione alle implicazioni legali che suscitano i temi trattati.

 

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Osservatori Osservati: Tradurre ed adattare la fantascienza

Interessantissimo incontro dove si è parlato dei problemi della traduzione, e segnatamente della traduzione in ambito di narrativa fantastica, che presenta ovviamente sfida molto più particolari rispetto al mainstream o anche solo alle traduzioni che richiedono comunque un bagaglio specifico come quelle mediche o legali.

 

Si è parlato che di adattamento e doppiaggio per il cinema e la tv, non trascurando interessanti aspetti legali che mi sono ripromessa di esplorare prossimamente su queste pagine con Flora Staglianò, la traduttrice protagonista della serata intervistata dal giornalista e scrittore Emanuele Manco.

 

L’incontro è stata inoltre occasione di coprire una neonata libreria Il covo della ladra, gestita da una giovane e coraggiosa libraia che ha aperto un anno fa e che sta cercando di arricchire la propria offerta con cicli di conferenze e workshop.

 

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Professione Scrittrice 2.0. Come è cambiata la figura dell’autore ai tempi del web

Sala piena per questo incontro dove il pubblico era quasi interamente femminile ma che in realtà ha parlato di parecchi argomenti che riguardano autori di entrambi i sessi, anche se l’accento era posto su determinati generi come il romance.

 

Anche in questo caso sono stati passati in rassegna i nuovi trend, le nuove forme di comunicazione per dare viabilità ai propri scritti e per costruirsi una presenza online autoriale. Il panel, organizzato da Ewwa – European Writing Women Association (associazione che conta oltre 300 iscritte), era costituito da editor, scrittrici e agenti (Anna Di Cagno, Sandra Lonchamp, Viviana Giorgi, Alessandra Bazardi, Anna Pastore e Isa Grassano).

 

Peccato che il personale della Fondazione che ospitava l’incontro non abbia consentito neppure dieci minuti di sforamento, buttandoci letteralmente fuori dalla sala (!). Premesso che sarebbe buona norma non programmare eventi con rotazione immediata ma lasciare almeno una mezz’ora fra l’uno e l’altro, si sarebbe potuto comunque consentire l’afflusso nella ampia sala che faceva da anticamera a quella dove si è svolto l’evento, per consentire alle panelist di interagire col pubblico. A volte basterebbe così poco…

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Come si diventa scrittori per ragazzi

Un incontro in cui le scrittrici per ragazzi Fulvia degli Innocenti e Anna Lavatelli (dell’associazione ICWA – Italian Children Writers Association, con cui ho già avuto il piacere di collaborare e sulla cui attività tornerò prossimamente su queste pagine) hanno ripercorso il proprio cammino autoriale ponendo l’accento non solo sulle abilità che hanno dovuto affinare ma anche sulle motivazioni che le hanno spinte a scrivere e a scegliere questo genere. Ad affiancarle, oltre al moderatore Marco Bevilacqua, Chiara Lossani, che ha portato la sua esperienza di bibliotecaria e Janna Carioli di Bottega Finzioni, che fornisce corsi per aspiranti autori declinati nelle varie sfaccettature che la scrittura può assumere.

 

Anche qui, sebbene qualche domanda abbia trovato spazio, di sicuro il pressing del personale della Fondazione (ancorché una Fondazione diversa dalla precedente, ma evidentemente deve essere un problema di categoria) di nuovo per motivi di stretta rotazione degli eventi ospitati, non ha consentito di sviluppare il dibattito come avrebbe potuto.

 

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Aperitivo con editore

Senza nulla togliere agli altri, questo, unitamente a Engaging the reader, è stato probabilmente l’incontro più interessante, sia perché ha consentito agli astanti di ascoltare la lunga esperienza di Luca Formenton, patron de Il Saggiatore, sia per la professionalità dei ragazzi della Bocconi che hanno ideato e condotto l’intervista.

 

Formenton ha dunque parlato di come è cambiato nei decenni il mercato del libro, ha parlato di manifestazioni quali Bookcity, di cui è fra i co-organizzatori, e Tempo di Libri; si è diffuso sulla convivenza del libro cartaceo e dell’ebook e sulle nuove possibilità che l’audiolibro sta aprendo (per gli stessi motivi evidenziati sopra) e ha evidenziato quale dovrebbe essere il ruolo di un vero editore, impegnato da un lato in scouting di nuove idee e dall’altro col problema di dover comunque far quadrare i bilanci con scelte più classiche.

 

L’occasione mi ha anche consentito di porre una domanda che mi arrovellava da tempo e di cui ho scritto anche qui: perché Bookcity non cerca di ottimizzare la collocazione degli interventi circoscrivendo a precise zone precise tematiche? Ciò consentirebbe di diminuire i tempi di percorrenza fra un appuntamento e l’altro e quindi partecipare a più eventi. Purtroppo la risposta è stata che ci hanno provato con una passata edizione, ma la soluzione si è rivelata impraticabile perché dei 1400 appuntamenti di Bookcity, solo 600 sono organizzati dagli editori e poi smistati dallo staff della manifestazione, mentre il resto è un’offerta spontanea di ciascun locale. Peccato perché, come ripeto, si disperde un autentico tesoro di contenuti, tuttavia mi rendo conto del problema e della sua insormontabilità.

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Libri al buio: lo speed-date letterario

Questa secondo me è una fantastica idea promozionale che i librai dovrebbero adottare in massa. Prendendo spunto dagli speed date americani, dove – lo avrete senz’altro visto in qualche film – i single si incontrano per una brevissima chiacchierata tête-à-tête cronometrata, per poi passare alla persona successiva (l’avrete forse visto in qualche film), la catena online Goodbook ha trovato il modo di declinare questa forma in ambito letterario, facendo incontrare lettori ed editori in un analogo faccia a faccia cronometrato. Così, in 4 minuti, l’editore deve riuscire a individuare un titolo del proprio catalogo che possa soddisfare i gusti esplicitati dal lettore che gli sta di fronte.

 

Rispetto all’idea originaria, che personalmente  ho sempre trovato tristemente da catena di montaggio, questa rielaborazione letteraria risulta invece molto divertente per il lettore, mentre per l’editore è una bella prova di marketing, una sorta di ‘elevator speech’ spinto alla massima potenza che sfida le sue capacità.

 

Pensate a quanti nuovi titoli si potrebbero scoprire in questo modo se le librerie (specialmente quelle di catena), promuovessero questi incontri. Invece di inciampare nelle pile di volumi dei soliti noti, che spessissimo sono fuffa commerciale scritta pure male e strombazzata dai media solo per via del mega-brand, ci sarebbe la possibilità di scoprire autentici gioielli della media e piccola editoria, dando così un po’ di ossigeno a tanti bravi editori che fanno davvero scouting di talenti.

 

Anche su quest’incontro tornerò in dettaglio per spiegarvi le modalità con cui viene svolto, sperando di fornire spunti affinché questa formula venga, appunto, ripresa anche in altri contesti.

 

E anche per quest’anno è tutto, appuntamento alla prossima edizione!

 

 

 

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