EDITORIA E LEGGE
EDITORIA E LEGGE è il blog dell'Avv. Marina Lenti, che dal 2012 riporta notizie, tendenze e questioni legali dedicate alla filiera libraria e musicale, spaziando in temi di diritto d'autore, marchi, privacy, diritti d'immagine, information technology law.
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venerdì, 26 Apr 2019
5 DOMANDE ALLE CASE EDITRICI
Case editrici, editoria 3334 0
No, non si tratta di una mia mini intervista alle suddette, sto pensando proprio alle domande che mi sorgono, nella stragrande maggioranza dei casi, ogni volta che vado a guardare un sito editoriale.
La domanda in realtà è una sola, ma declinata in 5 modi diversi. E cioè: “ma perché non c’è?”.
Leggete il dettaglio qui di seguito e capirete meglio a cosa mi riferisco.
1. Le collane
Sono ancora tanti gli editori che, sul proprio sito, non indicano le collane. Un problema che, nel caso il catalogo vada oltre la ventina di volumi, non permette più al lettore un inquadramento del marchio e una ricerca mirata del prodotto.
Fra coloro che invece indicano le collane, esiste comunque un’altissima percentuale che non si prende la briga di descriverne il contenuto in due righe e nemmeno l’età del pubblico a cui sono destinate (cosa specialmente grave quando si tratta di editori per ragazzi).
Questo, fra l’altro, rende difficile all’aspirante autore inquadrare il tipo di opere ricercate dall’editore, il che, in ultima analisi, va anche a discapito di quest’ultimo, visto che sarà, nel dubbio, subissato anche dalle proposte che non sarà mai sua intenzione pubblicare.
2. Pagina dei Foreign Rights
La maggior parte delle volte, quando si tratta di medi e piccoli editori, la pagina dedicata ai diritti esteri non è presente sul sito, perciò l’interessato si vedrà costretto a scrivere all’indirizzo generico, con ennesima intasamento nella casella email della casa editrice e rischio che una proposta importante vada perduta nel marasma della corrispondenza generica.
Nei casi in cui la pagina dei Foreign Rights è presente, non ho comunque mai, mai, mai trovato una suddivisione – e quindi una relativa, differente email di contatto – fra le proposte di acquisizione dall’estero dei diritti sui libri pubblicati dall’editore (che è l’unica presente sulle pagine Foreign Rights quando esistono) e le proposte di vendita all’editore italiano da parte di un editore estero. Ora, è vero che la maggior parte di quest’ultimo tipo di contrattazione avviene alle fiere di settore, ma è anche vero che i medi e i piccoli editori (così come i piccoli agenti letterari) non sempre hanno i mezzi economici per presenziarvi e dunque una pagina sui Foreign Rights ben differenziata sarebbe loro utilissima,
3. Pagina degli eventuali premi vinti e degli eventuali libri i cui diritti sono stati venduti all’estero.
Questo tipo di informazioni a volte, anche se non sempre, si rinviene nelle singole schede dei libri. Tuttavia, un’utile pagina riepilogativa, in grado di fotografare la situazione a colpo d’occhio, non solo sarebbe più funzionale ma, con poco sforzo, metterebbe il miglior luce i risultati ottenuti dall’editore.
4. Breve estratto da ciascuna Opera
È sicuramente più laborioso rispetto all’inserimento della sola scheda, ma sono convinta che paghi in termini di vendibilità. Valutare l’impianto di un libro attraverso la lettura di un indice e lo stile e il contenuto attraverso qualche pagina, permette al lettore di prendere meglio le misure. E’ se il catalogo è di qualità, l’editore ha solo da guadagnare!
Corollario di questo punto è la segnalazione di opere simili per contenuto e di opere dello stesso autore nel catalogo della casa, due plugin semplicissimi che risulterebbero molto utili lettori, invogliandoli a tornare per acquisti successivi.
Del resto, se il più affermato negozio on-line di libri del mondo adotta questi due accorgimenti, ciò vorrà pure dire qualcosa!
5. Note legali
Siamo su un blog legale, quindi ricordiamo anche questo aspetto. Sono rarissimi i siti completamente a norma, non riesco a capire se per ignoranza dei requisiti di legge o per semplice sciatteria.
Colgo quindi l’occasione di riportare il link all’articolo che ho scritto in proposito.
E chissà se adesso, dopo questo post, qualche editore agirà per migliorare almeno uno di questi 5 aspetti…