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Home » editoria » ANOBII SI RINNOVA, MA E’ UNA CAPORETTO
lunedì, 31 Lug 2017

ANOBII SI RINNOVA, MA E’ UNA CAPORETTO

Post by on editoria 3784 0

anobiiPoteva essere un rinnovo da svolgere con una formula innovativa, di quelle che rimbalzano sui media. E invece è stata una débâcle.

Alludo al restyling della piattaforma Anobii, che si è rifatta il trucco pochissimi giorni fa, per la prima volta dopo l’acquisizione da parte di Mondadori avvenuta 3 anni orsono.

 

Perché affermo che potevano fare qualcosa di innovativo? Perché Anobii è un social network con utenti particolarissimi, utenti davvero innamorati dei libri, che farebbero qualsiasi cosa per rendersi utili ‘alla Causa’.

E allora Mondadori avrebbe potuto chiedere a tutti gli utenti programmatori e a tutti gli utenti bibliotecari, di formare una task force su base volontaria, divisa per gruppi di lavoro locale, e studiare assieme a loro non solo un restyling grafico utile alle finalità della piattaforma, ma anche una fase di beta-testing qualificato prima di mandarlo online. Sarebbe stato uno dei più interessanti esperimenti di co-working mai visti e invece l’occasione è stata sprecata.

 

Ma purtroppo il problema non è solo la possibilità persa. Il problema è che ‘Mondanobii‘ ha inviato un comunicato stampa in cui preannunciava i cambiamenti, mettendo online dalla sera alla mattina una versione che non solo è ancora beta, ma è terrificante nella forma e nel contenuto.

Anzitutto, oltre alle dimensioni macroscopiche del layout, questo – anziché copiare quanto di buono ha la concorrente Goodreads (per esempio la pagina autore, la sincronizzazione col suo blog e la possibilità di caricare video e altri contenuti) – è diventato un’oscena via di mezzo fra FB e Twitter.

In particolare, la distinzione fra amici e vicini di scaffale è confluita sotto la banale etichetta di ‘followers’, definizione che si attaglia malissimo all’Anobiiano , poiché egli ‘amicizza’ e ‘vicinizza’ al solo fine di esplorare gli aggiornamenti delle librerie che ritiene interessante tenere d’occhio, mentre il concetto di ‘follower’ ha ben altre implicazioni ‘fan-atiche’.

 

Le stelline di valutazione date ai libri ora non compaiono più, compare solo la media di tutto il social, una soluzione copiata da Amazon che, di nuovo, mal si attaglia alle finalità di Anobii.

 

>Nella homepage, ora estremamente confusionaria, è necessario settare appositamente la scelta per vedere solo i nuovi caricamenti di titoli da parte degli amici (pardon, utenti ‘followati’) e l’upload delle pagine va continuamente ‘refreshato’ cliccando sul pulsante CONTINUA, perché le schermate sono più ridotte della capacità di E.L. James di scrivere leggibilmente un romanzo con un senso compiuto.

Lo stesso vale per le discussioni dei gruppi, dove non solo il numero degli interventi caricati di volta in volta è inversamente proporzionale a quello degli articoli esistenti sui flirt di Belen, ma dove, oltretutto, vengono mostrati dal più recente, senza che l’utente possa settare diversamente.
Sempre in tema di gruppi, mentre prima era possibile selezionarli a colpo d’occhio, con l’indicazione dei post non ancora letti, adesso è impossibile capire dove trovarli.

 

>Dimostrando poi di non aver capito nulla della psicologia dell’Anobiiano e dei motivi per cui sta su quel social – spesso preferendolo al già citato Goodreads, più moderno e senza i bug di Anobii, anche se con i propri limiti – sono spariti le etichette e l’elenco alfabetico degli autori presenti in ciascuna libreria.

 

Infine, è sparita anche un’informazione che una volta campeggiava in alto a sinistra e a cui personalmente ero affezionata. Il contatore del totale libri caricati, che posso dire di aver osservato con soddisfazione quando ha infranto la barriera del primo milione di titoli.

 

E questi sono solo i primi elementi che saltano all’occhio dopo un giro sommario.

 

Prevedibilmente, nel thread aperto per la discussione sulle novità, Mondadori si è presa una valanga di commenti sarcastici e l’accusa di aver fatto fare le modifiche a chi Anobii non l’ha mai usato. In effetti quest’ultimo sospetto viene assai forte, perché le caratteristiche differenzianti dei questo social sono state omologate seguendo i più generalisti Twitter e Fb, tradendo così lo spirito della comunità. La quale, proprio per questo, è ora molto ma molto arrabbiata con la proprietà.

Fra le centinaia di interventi, ne riposto tre. I primi due emblematici dal punto di vista del malcontento generatosi:

 

“[…] questa roba non è pensata per chi usava anobii, e i dettagli formali, le minchiatine grafiche, le modalità di interfaccia adatte ad adolescenti con sindrome da deficit di attenzione e compagnia bella, la dicono lunga sul tipo di impostazione generale che avete dato al sito” (Lorinbocol);

 

“[…] tutto è nascosto così bene che non sono ancora stata capace di trovare le bacheche (compresa la mia)”.

 

Il terzo emblematico  dal punto di vista dei ridicoli bug causati:

 

“Gentilissimi, ho 11 anni e la nuova versione beta me ne attribuisce 47, senza che io possa modificare l’informazione. Inoltre avevo messo in libreria 69 libri e me ne ritrovo solo 12. Non va bene…. “. (Marco g)

 

>Ebbene sì, lo confesso, ho riso per 5 minuti con la stessa intensità del mostrigno della sigla del caro, vecchio  Scacciapensieri.

Da questi commenti Anobii si è difesa affermando che i feature scomparsi saranno man mano ripristinati entro l’autunno (?!). Un tentativo di toppa peggio del buco:  non potevano andare online una volta terminati i lavori??!!

 

Nel mare magnum di negatività voglio però “spezzare un’arancia”, come direbbe Giobbe Covatta, a favore della nuova grafica: i commenti alle recensioni dei libri risultano molto più leggibili e immediati, e inoltre, in cima a ogni profilo, ora viene indicata la data di iscrizione, una piccola soddisfazione narcisistica per tutti noi utenti storici della piattaforma.

Un po’ pochino, comparato alla Caporetto di cui sopra, ma almeno c’è ‘il goal della bandiera’, siamo buoni…

 

Da queste manovre sembra chiaro che la proprietà abbia deciso di monetizzare la piattaforma e la relativa mole di dati: lo testimonia sia il fatto che ora, nell’homepage, spiccano i libri consigliati da Anobii (altro feature di cui all’Anobiiano non frega nulla, perché si fida solo delle librerie amicate, e di nuovo si capisce come chi ha operato il restyling non abbia compreso per nulla la psicologia degli utenti), sia soprattutto il fatto che la prima schermata all’atto del primo login sulla nuova versione riguardi la scelta delle impostazioni privacy, che a seconda delle spunte indicate possono consentire a trasmettere dati a terzi parti e a inviare materiale commerciale

Il paradosso, però, è che ora gli utenti migrino in massa su ma rischino che i dati d’ora in poi migrino in massa su Goodreads, come del resto moltissimi hanno minacciato di fare qualora non venisse ripristinata la vecchia versione.

 

 

 

 

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